Mettere tutti i pezzi al loro posto

Il mio lavoro comporta responsabilità e stress elevato in quanto sono chiamato a decidere della vita delle persone. Fino al mese scorso, quando dovevo prendere le decisioni importanti, mi rifugiavo nel mio sacro loci riflettendo e ponderando a fondo ogni implicazione fra tutte le possibili alternative fra le quali dovevo scegliere. Non era un processo semplice dato che lo sforzo mentale a cui mi sottoponevo risultava molto pesante e tuttavia non esaustivo poiché inevitabilmente tralasciavo alcuni dettagli che in molti casi avrebbero potuto fare la differenza. Siamo umani...

La mia disponibilità per i colleghi e per la mia famiglia non era garantita fino a che il processo non si era concluso e in più di un'occasione questo ha influenzato negativamente i miei rapporti con loro. 

 
 

La scoperta di Floating Flo è stata puramente casuale: la mia compagna in occasione del mio compleanno mi ha regalato una sessione floating da 90 min, pensando che mi fosse gradita soprattutto per recuperare dai lunghi tour de force lavorativi. 

Alla vista del voucher regalo, molto carino fra l’altro, tutti i benefici che questo trattamento o applicazione (...non sapevo bene come inquadrarlo) prospettava mi sembravano troppo incredibili per essere veri, l'ho preso come un voucher per un trattamento SPA classico e l'ho parcheggiato da una parte col senno che ci sarei andato più avanti, dimenticandolo per un paio di mesi fra le scartoffie di una procedura alla quale stavo lavorando.

Arrivato alla conclusione dell'iter procedurale che mi aveva occupato per gli ultimi 18 mesi, durante la stesura della memoria finale, frugando fra le varie scartoffie è rispuntato fuori questo cartoncino blu. Mi sono detto perché no? Perché non rilassarmi e recuperare un po’ prima di decidere e finire il lavoro. Ho chiamato e una signorina molto cordiale mi ha prenotato l'appuntamento per un percorso da 90 minuti floating e 30 minuti post floating. Su cosa fosse tuttavia nonostante le spiegazioni avevo ancora dei dubbi: galleggiare in una soluzione salina per 90 min al buio, in silenzio... poi 30 minuti a rilassarmi e reintegrare l'esperienza come diceva lei. Pensando che comunque in quelle condizioni mi sarei sicuramente addormentato, mi sembrava pure banale.

Una volta arrivato alla struttura Floating Flo di Firenze sono stato accolto in un'atmosfera piena di silenzio, anzi no, a dire il vero una piacevole musica d'ambiente c'era, ma la cosa che più mi ha colpito è stato il piacevolissimo profumo che poi mi hanno detto essere il loro timbro olfattivo.  

Mi hanno fatto una breve introduzione su come si fosse svolto il trattamento, molti dettagli e indicazioni che per un trattamento relax mi sembravano davvero tanti, quasi fosse una terapia a cui attenersi rigorosamente, più tardi tuttavia ho capito perché e sono stato contento che me li avessero dati perché grazie a quelli ho potuto godere a pieno fino da subito dell'esperienza e dei benefici associati. 

In spogliatoio (uso singolo) mi sono denudato, ho indossato l'accappatoio, sono uscito per fare un pit stop, già... la salinità (28%) della soluzione stimola la diuresi a causa della pressione osmotica che esercita sul corpo, meglio urinare prima per non uscire dalla vasca ed interrompere il trattamento poi. Da li in area Relax, ad aspettare il secondo briefing nella stanza di floating. Mi sono venuti a prendere e mi hanno accompagnato in una delle 4 stanze equipaggiate con i floating pod (vasche in cui si galleggia) ed in cui era presente anche la doccia. Un luogo che sarebbe stato a mia esclusiva disposizione per circa 2 ore.

Floating_Pod_Theta.jpg

Entro, davanti a me un oggetto sinuoso, un uovo grande, accogliente e illuminato di una luce blu che si stava lentamente riempiendo di un liquido che per la trasparenza a me pareva né più né meno acqua. Mi spiegano che una volta piena, la vasca cambia colore e diventa verde e da li in poi sarei potuto entrare e schiacciare il pulsante di partenza… partenza per dove? Si forse la forma ricorda una capsula spaziale, ma è piacevolmente armonica, senza spigoli, accogliente, bella. Al suo interno sarebbe avvenuto l’isolamento e la deprivazione sensoriale, il viaggio o il sogno, l’esperienza, la sensazione di assenza di peso… il floating insomma! 

La prima doccia si deve fare con quello che loro chiamano Floating Soap ovvero un incredibile mix di oli essenziali puri biologici, un sapone vegetale e acido lattico tutto di provenienza bio: "sterilizza, sgrassa, attiva", poi me lo sono pure comprato dato che mi è piaciuto molto. Sciacquare bene, entrare in vasca, chiudere il coperchio e schiacciare il pulsante di partenza, abbandonarsi supini al galleggiamento... buon viaggio!

Cromoterapia: bellissimo l’effetto dato dall'enorme superficie interna della vasca che s'illumina di colori intensi nei quali ci si perde. La musica che ho scelto era un solfeggio armonico a 432 Hz che mi hanno detto essere propedeutico all'entrata in "trance".... cioè? Si l'obiettivo del trattamento al di là del rilassamento fisico che avviene a prescindere all'intero della vasca, è proprio rallentare il cervello e farlo funzionare prevalentemente a 8 Hz, ovvero quello stato che in gergo si definisce “trance". In quelle condizioni infatti il nostro cervello privato da tutti gli stimoli sensoriali provenienti da tatto, udito, vista, equilibrio, permette ai due emisferi di interagire in una sorta di “par condicio”, consentendo al razionale di lavorare con il creativo e strategico in modo molto efficiente e con un po’ di fortuna, anche se era la prima volta, forse avrei potuto avere un’esperienza di allargamento di coscienza (Psichedelica)… Oh ma io son venuto qui a rilassarmi… Si ok mi sono rilassato, tanto, tanto, ma il rilassamento avviene a prescindere stando in deprivazione sensoriale, quello che invece ho scoperto è altro…

Astronauta_Floating.jpg

La cromoterapia svanisce piano piano, la musica continua ad accompagnarmi quindi l’assenza di luce non mi dispiace, poi dopo qualche minuto la musica se ne va… buio pesto, silenzio assoluto, per 5-10 secondi è stato come se mi tuffassi di notte, nel buio più assoluto senza sapere quando avrei incontrato l’acqua. Il mio cuore che batte ed il mio respiro che risuona mi richiama alla mia presenza, non sento più molto il mio corpo… Chiudo gli occhi? Oppure no tanto è uguale, ma se li chiudo mi addormento, ma tanto è uguale… accidenti come batte il mio cuore e come risuona il mio respiro. Mi hanno detto di concentrarmi solo su questi due suoni perché questo mi avrebbe calmato e fatto scendere molto in profondità dentro me stesso. Lo faccio, dopo un po’, non so quanto penso poco ma senza suoni è difficile capire quanto in fretta o quanto lentamente sta trascorrendo il tempo, il mio corpo scompare, mi parte il braccio destro con uno scatto e lo ritrovo, allora c’è ancora! Respiro, non c’è più di nuovo. Mi pare di ruotare, poi di essere inclinato, poi sottosopra, eppure son fermo e non mi muovo, lo so, ecco fluttuo, si sto fluttuando in una posizione che non so ben definire. Ma come è possibile? Quante domande… mi fa un po caldo, poi 3-4 respiri e ritrovo la stasi. Fluttuo…  

Mentre non so dove sono, né come, né quando, arrivano un paio di pensieri sulla procedura che stavo preparando al lavoro… Da 3 giorni ero bloccato in un impasse che non riuscivo a superare: sentivo la gravità della responsabilità che assumevo con quella decisione e avevo la sensazione che tutti gli indizi non fossero stati ponderati in modo completo. Sentivo però che man mano che i pensieri passavano, la capacità di analizzarli aumentava, era come se fossi in una libreria e potessi aprire i volumi giusti alle pagine giuste con una velocità pazzesca: cioè richiamavo in modo assolutamente preciso qualsiasi cosa volessi ritrovare, era come aver sotto gli occhi migliaia di pezzi di un puzzle che senza sforzo andavano al loro posto. Ma la cosa più incredibile di tutte era come se fossi al cinema e stessi guardando come tutto questo stesse accadendo. 

big picture floating.jpg

Luce blu: di già! Com’è possibile che siano già passati 90 minuti… musica, poi la vasca si svuota, sento la soluzione che mi scorre addosso mentre lentamente mi appoggio sul fondo e riprovo la gravità. Mi muovo ma tutto mi sembra pesante, lento, dura poco 10-20 secondi poi mi alzo. Credo sia simile a quello che provano gli astronauti quanto rientrano sulla terra e provano a camminare dopo non aver sentito la gravità per un po. Tocco il coperchio che si solleva alla mia spinta, Vado in doccia e mi sciacquo: il sale che nel frattempo si è cristallizzato sulla mia pelle ed i miei capelli se ne va immediatamente disciolto nell’acqua. Mi asciugo, esco e vado a “reintegrare l’esperienza” in area relax. Li trovo delle lavagnette con delle penne appoggiare su ogni chaise long, sono li per prendere appunti… ancora lavoro… si ma un paio di cose a cui non avevo pensato le voglio annotare perché sicuramente mi torneranno utili per superare l’empasse in cui mi trovavo da giorni.

Mi bevo una tisana, e reintegro… uno stato di profondo benessere e appagamento mi pervade mentre sono sdraiato. E’ come un post orgasmo fortissimo, mi sento come se dovessi ridere, leggero, carico, ma anche separato dal resto del mondo, come in una bolla protettiva. Anche qui non mi rendo ben conto del passare del tempo ma la signorina alla quale avevo chiesto di chiamarmi se fossero scoccate le 19:30 mi è arrivata. Ringrazio e a malincuore abbandono l’area relax mi dirigo verso lo spogliatoio. Mi asciugo. La mia pelle è liscia, i miei capelli morbidi e setosi, una strana sensazione mi pervade, come di rinnovamento, di freschezza. Mi cambio e vado a fare il check out. Ho in tasca i miei appunti.

Nei due gironi successivi completo il lavoro, sono contento, tutto è andato al proprio posto e la sentenza è corretta. 

Orami l’appuntamento Floating è diventato una costante e a Floating Flo sono di casa. Ringrazio Paolo per averlo portato a Firenze e per impegnarsi così tanto a farlo conoscere.

Spero che questo mio contributo possa essere utile a chi spesso deve mettere i pezzi al posto giusto e perché no, rigenerarsi nel corpo e nello spirito.

                                                                                                                         Francesco Pinto.